Laura Turra
- 30/11/2018 15:33:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
Cara Rosa, sei sempre attenta ai miei versi. Sai, io credo fermamente nella bontà della vita che ci viene incontro tutti i giorni e ogni giorno è nuovamente "nuovo" proprio per mostrarci lesistenza di questo germe di bene. Credo che più che cercare sia importante riconoscere. Un abbraccio grato
|
Rosa Maria Cantatore
- 30/11/2018 15:13:00
[ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]
proprio fra quelle "crepe delloggi" anchio, sempre, cerco lo scorrere buono della vita.
Non è che, sempre, ci riesca a trovare la vena fresca che possa dissetarmi ma insomma... ci provo.
Ciao, Laura :)
|
Laura Turra
- 29/11/2018 09:16:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
Gil carissimo, ogni volta che mi avvicino ai tuoi commenti si fa largo in me una forte emozione, perché tu sai sempre "dirmi". La tua capacità di sollevare i lembi dei miei versi e far osservare quanto sta poco più in là è davvero mirabile. Grazie di leggermi così da vicino. Ti abbraccio forte
|
Gil
- 29/11/2018 07:02:00
[ leggi altri commenti di Gil » ]
La poetica della Turra è, essenzialmente, poetica della contemplazione ovvero di quella relazione mistica dellio con il mondo, questo in testo nel senso più ampio del reale, che, proprio perché mistica, trascende lo sguardo limitato dellio e lo introduce in quella dimensione trasfigurante dello spirito, dove forte spira il soffio dellassoluto. Tutto accade però dentro le "urgenze di doveri" (mi si perdoni: questi sono i segni del genio poetico di un autore, qui emerge evidente la genialità poetica della Turra), cioè, come dicevano credo gli Scolastici: "La grazia suppone la natura", per meglio dire, per passare da una figura ad unaltra oppure per elevarsi occorre avere una forma base o un punto base inferiore rispetto al vertice (le vertigini delle spirito hanno origine dove locchio non arriva); allora i doveri, la foglia, i passeri, tutto diviene " materia" perché lo sguardo del poeta "reinventando" traverso la parola il reale lo riconosce nel trasfigurato che egli stesso, maieuta, ha lasciato emergesse alla luce, ne ha impastato linguaggio ed esperienza, esperienza nella parola e della parola, spirito che ha preso carne nella parola poetica. Per tutto questo allora risuonò potente quelladamitico "noi" della chiusa, che era è e rimane il vertice orizzontale (paradosso) della verticalità relazionale implicita in ogni esperienza mistica della realtà.
Grande Turra, sempre!
Dev.mo Suo
|